
Il primo approccio è abbastanza convenzionale, in fondo si tratta di ripetere i gesti abituali di quando si sale su una nuova moto da enduro: valuti la distanza della sella da terra, distendi le braccia sul manubrio, verifichi che la posizione di guida sia quella che ti saresti aspettato e giri la chiave a lato del cruscotto digitale. A questo punto però ti accorgi che alcune tue certezze cominciano a vacillare: inutile cercare la pedivella della messa in moto o il pulsante d’avviamento perché, semplicemente, non ci sono. In realtà la moto è già accesa ma non la senti… silenzio assoluto. Solo la luce azzurra del quadro strumenti e uno strano indicatore a led su quello che sembrerebbe il tappo del serbatoio ti suggeriscono che il “mezzo” sta funzionando. Allora provi a ruotare la manopola del gas e, come per magia, quella moto da enduro con le ruote un po’ più piccole del normale scatta svelta in avanti accompagnata da un leggero sibilo che probabilmente con un casco chiuso è difficile percepire.